L' argomento che viene sviluppato in queste pagine è la Depressione, questo " male " estremamente subdolo, che solo chi lo ha vissuto può sapere quanto sia doloroso, e quanto poco venga valutato da chi gli sta vicino.

Infatti abbracciando sia la parte fisica, sia la parte mentale dell' essere umano, viene curato sia con farmaci, che con la psicanalisi, ma non ha una collocazione ben definita, e purtroppo, la sofferenza che produce a livello mentale, non ha un riscontro nelle analisi cliniche; e la persona che ne è affetta non può dimostrare a sé stessa e agli altri che effettivamente c' è una causa precisa per la quale sta male .

La Depressione all' inizio si presenta in modo blando, con un un leggero malessere generale a cui non siamo in grado di dare un giusto indirizzo, infatti l' espressione tipica è: " mi sento male, ma non so che cosa ho ", sentiamo la testa leggermente confusa, un pò di emicrania, poi, via via, questo malessere, diventa sempre più presente, la mente ovattata e compressa, ci sentiamo spossati, sempre stanchi, con la voglia di stare a letto, ma pur riposando, non recuperiamo energie; sul lavoro non riusciamo più a concentrarci, diventa difficile anche fare la cosa più banale, nel muoverci fra la gente siamo presi addirittura da attacchi di panico e il lavoro comincia ad andar male.
Con il passare del tempo, dopo che, né le medicine, che il medico ci ha ordinato, né le sedute dallo psicanalista sono riuscite a risolvere il nostro problema, cerchiamo aiuto da chiunque possa darcene, e, quando un amico o un parente, ci consiglia di andare da un esorcista o da un " mago ", per farci togliere le negatività o le fatture fatte contro di noi, da qualcuno che vuole la nostra rovina, comincia un calvario parallelo a quello della sofferenza fisica, fatto di speranze e di cocenti delusioni.

Tutto questo, purtroppo, si protrae nel tempo, e, quando non si vede più alcuna via d' uscita, quando qualsiasi rumore ci è insopportabile, quando il pensare stesso ci procura dolore ed i medicinali non ci danno alcun sollievo e l'unica cosa che fanno è di farci dormire, e, purtroppo, al risveglio, i problemi sono ancora lì, il dolore è ancora lì, e nessuno è in grado di aiutarci a lenirlo, né l' amore dei nostri cari, né le medicine, né la psicanalisi, né la fede e questo baratro di sofferenza, che ci inghiotte, diventa sempre più profondo, irraggiungibile agli altri, e l' unica speranza che abbiamo, perché questo supplizio abbia fine è la morte, tutto questo vuol dire che siamo soli, e nella depressione più nera.

La descrizione di questi passaggi, fa parte del mio vissuto, è mia esperienza diretta, quindi posso capire e descriverli perché li ho vissuti sulla mia pelle per molti e molti anni.

Nessuno ha mai saputo spiegarmi perché mi stava succedendo tutto questo; e soprattutto perché tutto ciò che facevo per uscire da questo tunnel di disperazione veniva vanificato e risultava sterile e inutile.